Nei giorni 23, 24 e 25 marzo i ragazzi di 6 classi terze sono partiti per un’avventura didattica alla scoperta delle città di Genova e di Nizza; si sono messi in gioco in un turbinio di emozioni, responsabilità, novità e relazioni. Ed è proprio attraverso le loro parole che abbiamo scelto di raccontarvi la nostra esperienza.

Alcuni descrivono la gita come l’occasione in cui “Si condividono molti momenti felici insieme ai propri insegnanti. Non ha importanza la destinazione, che sia in corriera, in albergo, a Nizza, a Genova, oppure anche solamente sul ciglio della strada, ma il tempo che viene passato in compagnia”; come un momento in cui “Si cresce e si impara insieme ai nuovi e vecchi amici”, o ancora “Quando si sta tutti insieme senza escludere nessuno creando nuovi ricordi indimenticabili con i compagni”.
C’è anche chi si racconta attraverso le proprie emozioni: “Stupore è quella sensazione che mi è stata addosso tutto il tempo a Nizza, il mare era un incanto e la cattedrale russa mi ha davvero stupito.”; “Non ho provato solo divertimento ma una sensazione strana, mi sentivo libera”; “Ho percepito senso di responsabilità da parte di tutti o quasi, soprattutto da persone che non avrei mai pensato potessero averlo”.
“La gita mi è piaciuta molto perché abbiamo conosciuto nuovi posti, ho passato del tempo con i miei compagni e mi sono divertita provando a comunicare con le persone di nazionalità diversa dalla mia”
Tanto divertimento dunque, ma anche la possibilità di osservare e provare sul campo, tra i carruggi di Genova e le vie di Nizza, ciò che si è studiato sui banchi di scuola.
E i prof? Anche per loro è stato, fin da subito, un carosello di gioia, ansia, severità e riconoscenza. Gioia per vedere un lavoro monumentale fatto a più mani da tanto tempo che finalmente si compie; ansia, perché la sicurezza dei “tuoi” ragazzi è da garantire h24; severità, perché la responsabilità civile, economica e anche penale è tutta degli insegnanti, quindi basta un imprevisto imprevedibile, o un solo alunno che disattendendo le regole dia origine ad un evento serio, e una vita di lavoro, o una famiglia che si regge talvolta su un precario equilibrio economico va a carte quarantotto. E infine la riconoscenza; tanta riconoscenza verso ragazzi che si sono divertiti, hanno fatto gruppo vivo nonostante i cellulari e sono riusciti anche a sfuggire al controllo dei prof che avevano imposto le regole senza eccedere nelle loro infrazioni. E anche verso i colleghi, alcuni non più abituati a fare le ore piccole pattugliando corridoi non sempre silenziosi, senza i quali tutto ciò non avrebbe potuto realizzarsi.

Acquario di Genova